La banca dei semi, sinonimo di banca del germoplasma[1], in mancanza di una definizione ufficiale si definisce come un deposito o una raccolta ex situ di semi, la quale ha come scopo la preservazione della varietà biologica[2] e la sicurezza alimentare, tramite lo stoccaggio di un’adeguata quantità di specie alimentari, pronte alla semina nell’eventualità di una catastrofe biologica che comporti la distruzione delle scorte di semi alimentari attualmente obbligatorie in alcuni stati[3][4]. La banca dei semi è un particolare tipo di banca genetica o banca dei geni.

Nel senso comune il termine indica una associazione o ente che agisce tramite lo scambio di sementi con altre banche dei semi, ossia altri enti, e a volte partecipa a progetti che vanno a selezionare e salvaguardare le specie in situ. Questa definizione copre solo una parte delle attività delle banche dei semi, seppure siano attività importanti per molte banche e talvolta queste siano attività primarie, come per esempio nei casi di banche italiane legate ad istituzioni storiche come orti botanici e università o come nei casi delle associazioni del terzo settore[5].

 

Legislazione.

La Convenzione sulla diversità biologica (Rio de Janeiro, 1992), ratificata da 175 paesi, ha sancito la possibilità di conservare semi ex situ[6]. Infatti, nell’ottica internazionale più recente sono previste sia la conservazione, la selezione e la riproduzione in situ, modalità incentivata dalla Convenzione[7], sia la conservazione e lo stoccaggio ex situ, ritenute entrambe modalità necessarie per far fronte alla perdita di biodiversità, all’erosione genetica e alla sfida della probabile crisi alimentare del terzo millennio.

Per esempio, in Europa per facilitare il processo agli Stati Membri, nel 2001 i capi di stato dell’Unione Europea si sono accordati per una Strategia europea per lo Sviluppo sostenibile (Göteborg, Svezia, 2001).

Dal 2002 in poi si è fatto un ulteriore passo in avanti per il recepimento della Convenzione: durante la Conferenza delle Parti (L’Aia, Paesi Bassi, 2002) è stato fissato l’Obiettivo 2010: se a livello mondiale l’Obiettivo prevede di «raggiungere una significativa riduzione dell’attuale tasso di perdita di biodiversità» entro il 2010[8], l’Unione Europea si è impegnata in modo più stretto ad «arrestare la perdita di biodiversità». Anche l’Italia ha recepito questo impegno internazionale.[9][10]

Nel 2007 il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon, proseguendo sulla stessa linea suggerita dell’ex-segretario Kofi Annan, ha stabilito l’integrazione dell’Obiettivo 2010 nell’insieme dei Millennium Development Goals (Obiettivi di Sviluppo del Millennio), composto da otto obiettivi.
Le Banche dei semi nel mondo.

Per raggiungere il 2010, che è stato l’Anno Internazionale per la Biodiversità, sono nate numerose Banche del germoplasma, volte alla conservazione di materiale biologico in base a criteri di endemicità, rarità e vulnerabilità. Non tutte hanno una preferenza per la conservazione dei semi di specie ad uso alimentare. La FAO è stata in prima linea per la costituzione di molte Banche dei semi, con le quali coopera. In generale le banche del germoplasma sono state istituite soprattutto in paesi anglosassoni con una preferenza per i paesi industrializzati.

Attualmente, al mondo esistono alcune centinaia di banche dei semi: secondo gli studi del Prof. Gianluigi Bacchetta, direttore del Centro Conservazione Biodiversità

e presidente della sezione sarda della Società Botanica Italiana, nel 2008 nel mondo le Banche erano circa 1300[11], in particolare nel 2006 in Europa le Banche del germoplasma erano 150, di cui un’ottantina nel Nord Europa, una settantina nell’Europa mediterranea con una concentrazione particolare in Italia, Francia, Grecia e Spagna.[12] Più recentemente, Seed Magazine[13] segnala 1400 banche dei geni.

Molte di queste hanno carattere commerciale, altre invece non perseguono scopi di lucro. Alcune banche lavorano sull’ibridazione e sulla selezione genetica. Molte archiviano le informazioni sulle specie conservate in database consultabili che integrano gli Index Seminum cartacei.
Millennium Seed Bank.

Tra le Banche dei semi senza scopi di lucro ricordiamo la Millennium Seed Bank, nata da un progetto dei Kew Gardens, e che attualmente è considerata la più grande raccolta di semi ex situ del mondo.[14]

 

Svalbard Global Seed Vault

Lo Svalbard Global Seed Vault è una banca dei semi nelle isole Svalbard, nata da un progetto del Fondo mondiale per la diversità delle colture (Global Crop Diversity Trust) finanziato dal governo norvegese. La costruzione della cripta in cui verranno conservati i semi per migliaia di anni sotto un consistente strato di permafrost è iniziata nel 2006, e il Deposito sotterraneo globale dei semi è stato ufficialmente inaugurato nel 2008.[15] Alla cerimonia hanno partecipato i rappresentanti dei governi di Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarca e Islanda, e la kenyota premio Nobel per la pace Wangari Maathai.[16][17] Nel 2008 la RAI ha dedicato una puntata del programma Buongiorno Europa al Svalbard Global Seed Vault.[18]

 

Le Banche dei semi in Italia.

In Italia, come nel resto del mondo, le banche dei semi sono di recente istituzione. È in corso di progettazione da parte della Società Botanica Italiana e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare una rete tra le Banche del germoplasma italiane, denominata Rete Italiana Banche del germoplasma per la conservazione Ex situ della flora spontanea italiana (RIBES[19]). Ne ha dato conto l’Informatore Botanico Italiano, organo di pubblicazione della SBI[20].

Tra i partner della RIBES[21]:

Banca del Germoplasma delle Alpi sud occidentali, Parchi e riserve naturali cuneesi (B. Gallino)
Lombardy Seed Bank, CFA-Centro Flora Autoctona della Regione Lombardia (G. Rossi), dal 2005,[22]: la Banca del germoplasma della Regione Lombardia si trova nel Centro Flora Autoctona all’interno del Parco del Monte Barro[23].
Trentino Seed Bank, Museo tridentino di scienze naturali (C. Bonomi)
Banca del germoplasma dell’Orto botanico di Padova, Università di Padova (G. Cassina)
Laboratorio per la conservazione della diversità vegetale ligure, Giardini botanici Hanbury – Università di Genova (S. Giammarino)
Banca del germoplasma dell’Orto botanico di Pisa, Università di Pisa (G. Bedini), una delle più importanti banche dei semi d’Italia[24]
Banche del germoplasma livornesi, Provincia di Livorno (M. Lupi)
Banca del germoplasma per la conservazione delle specie anfiadriatiche, Università politecnica delle Marche (E. Biondi)
Banca del germoplasma dell’Orto botanico di Viterbo, Università della Tuscia (A. Scoppola)
Banca del germoplasma dell’Appennino centrale, presso il Centro di Ricerche Floristiche dell’Appennino dell’Università degli Studi di Camerino[25] Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga (I. Londrillo)
Banca del germoplasma della Majella, Parco Nazionale della Majella (M. Di Cecco)
Banca del germoplasma del Molise (A. Stanisci), dal 2007, situata nel Dipartimento di S.T.A.T. di Pesche[26]
Banca del germoplasma del CNR di Bari, Consiglio Nazionale delle Ricerche (D. Pignone)
Banca del germoplasma, CODRA Mediterranea s.r.l. (E. Lanzillotti)
Banca del germoplasma della Sardegna, Università di Cagliari (G. Bacchetta)
Banca del germoplasma dell’Orto botanico di Palermo, Università di Palermo (A. Scialabba), dal 1993,[27]
Banca del germoplasma dell’Orto botanico di Catania, Università di Catania (P. Pavone)
Banca di germoplasma del Mediterraneo ONLUS (I. Li Vigni), dal 1998

 

Altre banche dei semi in Italia:

nel 2006 nasce la Banca dei semi di Pietracuta gestita da Civiltà Contadina la quale cerca di coordinarsi con i seed savers italiani[28]
all’interno del progetto Orti delle erbe spontanee della Accademia delle Erbe Spontanee del Lazio è inclusa una Banca dei semi[29]
dal 2007 è operativa la Banca dei Semi dell’Associazione Eta Beta Onlus che affianca all’attività di conservazione ex-situ, la promozione e la diffusione di germoplasma di specie vegetali di cui è attestato un uso culturale (alimentare, artigianale, medicinale, industriale, ecc). Dispone di un centro di conservazione, di una masseria e terreni per la rigenerazione del materiale presente in banca, di un’area attrezzata per attività didattiche e di studio e di una estesa rete di corrispondenti.[30]

 

Lista di Associazioni ed enti internazionali che si occupano di semi.

Associazioni, enti e organizzazioni che si occupano professionalmente di semi e delle tematiche relative:

African Seed Trade Association (AFSTA) [3]

American Seed Trade Association (ASTA) [4]

Asia and Pacific Seed Association (APSA) [5]

Association of American Seed Control Officials (AASCO) [6]

Association of Official Seed Analysts (AOSA) [7]

Association of Official Seed Certifying Agencies (AOSCA) [8]

Commercial Seed Analysts Association of Canada Inc. (CSAAC) [9]

Eastern European Seed Network (EESNET) [10]

Commissione Europea (CE) [11]

European Seed Association (ESA) [12]

Federación LatinoAmericana de Asociasiones de Semillistas (FELAS) [13]

International Center for Agricultural Research in the Dry Areas (ICARDA) [14]

International Laboratory Accreditation Cooperation (ILAC) [15]

International Organization for Standardization (ISO) [16]

International Seed Federation (ISF) [17]

International Society for Seed Science (ISSS) [18]

International Society of Seed Technologists (ISST) [19]

International Seed Testing Association (ISTA) [20]

The International Society of Seed Technologists (ISST)
Seed Association of the Americas (SAA) [21]

Southern African Development Community – Seed Security Network (SADC) [22]

United Nations Food and Agriculture Organization (FAO) [23]

West Africa Seed Alliance (WASA) [www.cnfa.org/wasa]
West Africa Seed and Planting Material Network (WASNET) [24]

National Association of State Departments of Agriculture (NASDA) [25]

Organization for Economic Co-operation and Development (OECD) [26]

Society of Commercial Seed Technologists (SCST) [27]

International Union for the Protection of New Varieties of Plants (UPOV) [28]

World Trade Organization (WTO) [29]

Fonte: http://it.wikipedia.org

 


 

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