Il latte di soia comunemente in commercio ha un costo piuttosto elevato, potrebbe contenere addensanti e conservanti ben poco naturali, soprattutto nell’eventualità in cui non si tratti di latte vegetale di origine biologica, oppure presentare un gusto poco gradito. Preparare il latte di soia in casa significa risparmiare ed arginare la produzione dei rifiuti, abolendo i contenitori in Tetra Pak.

 

 

Significa anche essere sicuri di ciò che si sta preparando e che si berrà, fattore che non rappresenta altro che uno dei principali vantaggi dell’autoproduzione casalinga. Tra i diversi tipi di latte vegetale, il latte di soia risulta essere quello a più elevato contenuto proteico (contiene 3 grammi di proteine ogni 100 millilitri, quasi al pari con il latte vaccino intero, che ne contiene 3,3 grammi), essendo derivato dalla soia, che con gli altri legumi (come fagioli, lenticchie e ceci) rappresenta una delle maggiori fonti di proteine vegetali a nostra disposizione. Il latte di soia è inoltre ricco di vitamina E e di acidi grassi poli-insaturi benefici per l’organismo.

Per ottenere 600 ml di latte di soia vi occorreranno:
1 litro d’acqua per la cottura
2 litri d’acqua per l’ammollo
100 grammi di soia gialla secca biologica
Zucchero di canna o altro dolcificante naturale
Frullatore ad immersione
Imbuto e colino

La soia necessita di essere messa in ammollo in almeno un litro d’acqua per 24 ore prima dell’utilizzo, in modo che possa rilasciare gli antinutrienti in essa contenuti: i fitati. L’acqua dell’ammollo dovrà essere sostituita almeno una volta. L’ideale sarebbe compiere tale operazione dopo 12 ore. Essa non può essere utilizzata per la cottura, ma in ogni caso non deve essere gettata, poiché sarebbe uno spreco. Potrete travasarla in una bottiglia o in un altro contenitore ed utilizzarla per innaffiare le piante.

Quando sarà trascorso il tempo necessario per l’ammollo, portate ad ebollizione un litro d’acqua in una pentola abbastanza capiente e versatevi la soia, che dovrà essere lasciata sobbollire per 15 minuti. A questo punto spegnete la fiamma e con il frullatore ad immersione a potenza minima, per evitare schizzi, frullate la soia con l’acqua per alcuni minuti. Lasciate intiepidire il tutto e preparatevi a filtrare. L’ideale sarebbe avere a disposizione il bicchiere alto che di solito accompagna i frullatori ad immersione ed un colino della misura adatta.

Durante il passaggio del latte attraverso il colino vi accorgerete che sarà presente della polpa di soia. Man mano che procedete con le operazioni di filtraggio, schiacciate bene la polpa di soia con un cucchiaio o cucchiaino contro le maglie del colino per lasciare filtrare bene il latte e riponetela in un piatto o in un contenitore a parte. La polpa di soia avanzata dal procedimento di preparazione del latte viene chiamata “okara”. Si tratta di un alimento ad elevato contenuto proteico che può essere utilizzato ad esempio per la preparazione di crocchette o di farciture per torte salate.

Il latte di soia ottenuto può essere mantenuto al naturale oppure dolcificato con zucchero di canna o malto, se lo si desidera, anche in vista della preparazione di ricette dolci. Da esso si possono effettuare ulteriori lavorazioni per ottenere il tofu o la ricotta di soia. Il latte di soia autoprodotto e non dolcificato può essere utilizzato per la preparazione di besciamella o panna da cucina casalinga. Dovrà essere conservato all’interno di una bottiglia di vetro, nella quale verrà travasato con l’aiuto di un imbuto, e riposto in frigorifero.

Lo si può conservare senza problemi per circa tre giorni. Si possono ottenere delle varianti aromatizzate aggiungendo cacao in polvere, cannella o una stecca di vaniglia da lasciare riposare nel latte mentre si raffredderà, prima di trasferirlo in bottiglia con l’aiuto di un imbuto.

Marta Albè

Fonte: http://www.greenme.it

 

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