L’ orienteering o sport dei boschi, consiste nell’effettuare un percorso predefinito caratterizzato da punti di controllo chiamati “lanterne” (paletto con punzone) e con l’aiuto esclusivo di una bussola e di una cartina topografica molto dettagliata a scala ridotta (da 1:5.000 a 1:15.000) che contiene particolari del luogo da percorrere. Luogo di svolgimento sono i boschi ma possono essere utilizzati gli ambienti naturali in generale (alle volte si gareggia nei centri storici). Un percorso standard consiste nella partenza, punti di controllo indicati tramite cerchi (centrati nell’oggetto da trovare) uniti tra loro da linee immaginarie (ogni atleta si fa il percorso da sè) e caratterizzati da numeri che indicano l’ordine di percorrenza, un punto d’arrivo.

Una lanterna posta al suolo segnala il posto da visitare. Tutte le lanterne sono numerate, per la verifica dell’esattezza del punto da trovare. I concorrenti hanno una descrizione della lanterna (vedi immagine) con scritto: categoria del concorrente, lunghezza percorso (in linea d’aria), dislivello, codice di riconoscimento e la posizione (a nord/sud del sasso).

Per marcare il cartellino viene utilizzata una punzonatrice, recentemente sostituita, nelle gare più importanti, da un più moderno e comodo chip, chiamato Sport-Ident o SI-Card, che va fatto registrare ad ogni lanterna e, i dati, vanno scaricati all’arrivo. L’informatica infatti ha toccato anche le gare di orientamento. Queste vengono organizzate da società a carattere amatoriale e con il contributo di sponsor non invasivi (enti locali, scuole, associazioni nel territorio, ecc.). L’organizzazione ora viene facilitata da strumenti informatici di ampia diffusione: computer portatile con software (Origare), programma specifico per la corsa di orientamento, lettore al traguardo e stampante. L’utilizzo di Internet consente inoltre agli appassionati di far circolare con efficacia tutte le informazione del settore, senza dover dipendere dai circuiti mediatici degli sport con movimenti di capitali ben maggiori. In Italia questo sport è arrivato con un certo ritardo rispetto ad altri Paesi, ma esiste dal 1982 la F.I.S.O. (Federazione Italiana Sport Orientamento), che organizza le gare sul territorio nazionale, esistono federazioni importanti in particolare nelle vicine Austria e Svizzera. A Venezia, la seconda domenica di novembre di ogni anno, viene organizzata una corsa di orientamento urbano tra le più appassionanti del mondo.
Vi sono diversi metodi per lo svolgimento del percorso:

* partenze scaglionate, formula classica dove gli atleti partono a qualche minuto l’uno dall’altro.
* staffette, gara in cui i secondi frazionisti partono solo quando arriva il primo frazionista, nella classifica si somma il tempo.
* gare a tempo, gare in cui i concorrenti hanno un tempo massimo per trovare più punti di controllo possibili.
* sequenza libera, gara in cui l’ordine del ritrovamento delle lanterne non è importante, i concorrenti sceglieranno la sequenza che ritengono più breve.

La scelta del percorso e l’abilità di destreggiarsi all’interno di un bosco sono le peculiarità dell’orienteering.

 

Storia.

L’anno zero per lo sport orientamento fu il 1919 quando, nei dintorni di Stoccolma (bandiera Svezia), venne organizzata la prima gara ufficiale di orientamento, in cui presero parte 202 concorrenti. Nel 1975, nel corso del congresso IOF di Stoccolma, è stato inaugurato un monumento nel luogo di partenza di quella gara. In realtà le vere origini dell’orienteering risalgono verso la fine del XIX secolo (31 ottobre 1887), quando in Norvegia, vicino a Bergen, fu organizzata una prova di sci orienteering. Negli anni venti si segna un rapido incremento di partecipazione per questa nuova disciplina sportiva.

La prima gara internazionale si disputò nel 1932 fra Svezia e Norvegia; in seguito anche Danimarca, URSS, Svizzera, Ungheria, Cecoslovacchia e pure oltreoceano negli USA. La fondazione dell’International Orienteering Federation, nel maggio 1959 in Svezia, dette un notevole contributo allo sviluppo dell’orienteering. In Italia l’orientamento vide un primo sostegno dai gruppi sportivi militari che, negli anni ’50, cartografano la zona di Monticolo (in provincia di Bolzano TN, sono famosi i Laghi di Monticolo) e vi disputano il “Trofeo Buffa”. In seguito a queste competizioni mlilitari nasce il Comitato Trentino di Orientamento (CTO). Istituito il 26 ottobre 1975, come primo atto uffciale, ospita una riunione della Commissione Promozione e Propaganda dell’IOF a Trento dal 13 al 15 novembre 1975. Nel 1976 la cartina militare di Ronzone diventa una vera carta da orientamento e in questo impianto cartografico si disputano i primi campionati italiani. Nel 1986 nasce la FISO, Federazione Italiana Sport Orientamento, anche per merito di Vladimìr Pàcl, e da questa data anche l’orienteering italiano viene conosciuto e si organizzano competizioni internazionali come a Castelrotto nel 1993.

 

La corsa ad orientamento (CO).

Come detto in precedenza, una corsa di orientamento si può svolgere in vari ambienti: in zone campestri, tra i boschi, in ambiente montano, ma anche in un centro abitato, tipicamente in un centro storico.

Una gara richiede che i contendenti percorrano nel più breve tempo possibile un percorso che li vede individuare e raggiungere un certo numero (tipicamente da 6 a 20) di punti sul terreno di gara nei quali sono state collocate le cosiddette lanterne, fino ad arrivare al traguardo finale. Lo spirito della gara chiede ai concorrenti sia la velocità di spostamento verso la successiva lanterna, sia la capacità di orientarsi in zone di non facile lettura; per riuscire bene sono quindi necessarie sia doti atletiche di velocità e di tenuta, sia capacità di interpretazione della mappa a disposizione e degli ambienti nei quali ci si viene a trovare, sia padronanza psicologica delle situazioni. Per la varietà delle prestazioni richieste e delle relative preparazioni e per lo stimolo alla comprensione degli ambienti nei quali il partecipante viene immerso, la corsa e gli altri sport di orientamento vengono considerati altamente educativi.
Un orientista vicino alla lanterna

In una gara i concorrenti partono ad intervalli regolari, ad esempio distanziati di due minuti (infatti è una gara a cronometro, chi arriva per primo evidentemente è partito prima, la classifica non è ufficiale fino a quando tutti i concorrenti sono arrivati), ricevono una carta da orientamento della zona della gara creata appositamente e contenente indicazioni codificate con una simbologia specifica e, dopo una prima consultazione dell’ambiente e della carta (e di una bussola), si avviano verso la prima lanterna. In genere le lanterne sono collocate in modo da non essere facilmente visibili da lontano e, dopo aver individuata la zona suggerita dalla mappa nella quale la lanterna si deve trovare, il concorrente si trova a superare la difficoltà della effettiva scoperta della lanterna. Nel corso della gara, che dura dalla mezz’ora alle due ore a seconda dei percorsi e delle prestazioni, il concorrente deve saper dosare le proprie forze, deve mantenere una visione sufficientemente chiara dell’intero territorio di gara e non si deve lasciar andare alla improvvisazione e allo scoraggiamento.

La corsa di orientamento richiede un’attrezzatura poco costosa, ma da curare con attenzione in relazione al terreno di gara e al clima: una tuta che permetta di muoversi agilmente e di traspirare, scarpe adatte al percorso, ghette robuste nel caso di percorso campestre o boschivo, bussola, occhiali adatti al movimento e alla lettura ecc.

 

 

Storia.

Le prime manifestazioni di tale sport ebbero origine alla fine del XIX secolo in Norvegia, grazie ad un gruppo di appassionati che volle testare l’abilità dei concorrenti nel seguire tracce lasciate nella neve dalle slitte che trainavano i tronchi con l’uso di carte topografiche. Lo sci-orientamento è disciplina prettamente scandinava, ma ha avuto un buono sviluppo anche in Russia e Italia, Svizzera e Austria, oltre che in Australia, Canada e Nuova Zelanda. L’Italia ha assunto un ruolo di primo piano non tanto per il numero di praticanti che è comunque ristretto, quanto per l’abilità del quattro volte campione Mondiale Nicolò Corradini nato nella Val di Fiemme nelle edizioni del 1994 del 1996 e del 2000 dei Campionati Mondiali tenutesi in Val di Non (Italia), a Lillehammer (Norvegia), Krasnojarsk (Russia), oltre alla medaglia d’oro conquistata a Nagano (Giappone), come gara dimostrativa Olimpica.

 

Svolgimento e luogo.

Si utilizzano tecniche e attrezzi dello sci di fondo, ciò che differisce è che il concorrente viene mandato lungo una rete di piste battute nei boschi alla ricerca di alcuni punti di controllo che si ritrova segnati sulla carta di gara e posizionati sul terreno con una “lanterna” bianca e arancione, dispone tra l’altro di un leggio ruotante con incorporato la bussola e ancorato al petto tramite cinghie.

La differenza con l’usuale sci di fondo è data dal fatto che le piste per lo sci-orientamento non sono così piatte, ma questo consente di abituare il corpo e la mente ad essere più reattivi dovendosi adeguare a qualsiasi terreno.

Nel minor tempo possibile si devono trovare dei punti di controllo. La difficoltà è dovuta alla varietà e complicatezza delle piste predisposte, per il resto tutto si svolge come nella corsa attraverso una punzonatrice e la non possibilità, pena la squalifica, di accorciare furbescamente il percorso.

Attraverso le associazioni si organizzano corsi per bambini ed adulti, con la creazione di cartine da orientamento e l’organizzazione di manifestazioni sportive.

In Italia l’attività è gestita dalla Federazione Italiana Sport Orientamento (F.I.S.O.), riconosciuta dal CONI ed affiliata alla Federazione Internazionale di Orientamento (I.O.F.). Una delle gare promozionali più famose è quella tenuta il venerdì prima della Marcialonga, che ha avuto campioni come Pauli Siitonen. L’attività si svolge soprattutto in Trentino, dove ha avuto inizio l’orienteering negli anni settanta, a seguire troviamo il Friuli-Venezia Giulia, la Lombardia e il Veneto.

 


Gara di Mountain bike orientamento.

Questo rappresenta un connubio tra la mountain bike e lo spirito dell’orientamento alla ricerca nel minor tempo, dei punti di controllo che contraddistinguono il percorso corretto.

Tale disciplina è stata riconosciuta ufficialmente nel 1996 dalla Federazione Internazionale I.O.F., e va difondendosi nei Paesi Scandinavi, nell’Europa Centrale, in Francia e nella Repubblica Ceca.

Per praticare un mountain bike orienteering occorre possedere molta pratica della mountain bike e una conoscenza dello sport d’orientamento, per poter interpretare le cartine e leggere correttamente la bussola. Si suddivide in differenti categorie per età e capacità atletica, per questo è uno sport adatto a tutti, ai più esperti come ai dilettanti.

Una caratteristica è l’obbligo, pena la squalifica di attenersi solamente alle strade segnate sulla carta, senza prendere scorciatoie, questo per rispetto del territorio e della natura, luogo della competizione.

La Federazione Italiana Sport orientamento è stata la prima a delineare un preciso regolamento tecnico ed organizzativo, e a istituire una squadra di tecnici ed organizzatori competenti.

Nel 1998 si è tenuto il primo Circuito di Coppa Italia, nel settembre 1999 al Lago di Santa Colomba in Val di Cembra in Trentino si è svolta la seconda edizione dei Campionati Italiani, con la presenza di atleti austriaci e tedeschi.

 

Orienteering di precisione (Trail-O).

Il Trail Orienteering è una disciplina che si basa sulla lettura di una cartina geografica.

Questa disciplina è stata sviluppata per offrire a chiunque, comprese le persone con disabilità fisiche, la possibilità di partecipare ad una gara di orienteering perfettamente alla pari con tutti gli altri concorrenti. Sono permesse carrozzine manuali o elettriche, hand-bikes, stampelle, in quanto la velocità di movimento non è determinante nella gara. Gli atleti di Trail-O devono identificare sul terreno dei punti segnati sulla cartina e distinguerli da punti fasulli ad essi vicini; in seguito si registra la risposta su un cartellino-testimone. Esistono delle lanterne a tempo in cui il concorrente arriva e un giudice cronometra quanto ci mette a scegliere la lanterna (così anche le persone con disabilità fisiche possono fare la prova). A parità di scelte esatte vince chi impiega minor tempo a”pensare”.

Sono due le categorie nel trail-O con medesimo percorso: Open e Paralimpici. La prima comprende concorrenti, normodotati e disabili; la seconda è riservata ai concorrenti con una disabilità fisica.

 

L’orienteering e i Giochi olimpici.

Gli sforzi, iniziati nel 1996, per promuovere l’inserimento dell’orienteering nei giochi olimpici non hanno avuto successo nonostante l’Orienteering possieda già da un po’ di tempo la sua “Coppa del Mondo” (Orienteering World Cup), un suo “Campionato Mondiale” che precisamente si chiama World Orienteering Championships (nel 2005 si è svolta la prova finale dell’Orienteering World Cup a Subiaco, Roma) e partecipi alla manifestazione multisportiva World Games. Questo perché il luogo delle competizioni è spesso lontano dalle città maggiori e la durata della manifestazione è tutt’al più lunga come la corsa individuale di ogni atleta (così anche i media non dedicano molto tempo a questo sport). Gli sforzi per sviluppare un formato adatto ad essere inserito nei giochi olimpici si stanno focalizzando sul Park-O (Orienteering nei parchi cittadini) e sulla staffetta a corta distanza (sprint).

Ai XVIII Giochi olimpici invernali (1998) è stato inserito lo Sci-O a titolo dimostrativo (medaglia d’oro assegnata all’italiano Nicolò Corradini), ma a causa di una mancanza di fondi l’iniziativa è morta subito.

Nel 2002 la federazione internazionale di Orienteering ha fatto richiesta al Comitato olimpico internazionale di includere lo sci orienteering nel programma dei XX Giochi olimpici invernali di Torino 2006. In una circolare della manifestazione la commissione olimpica ha escluso l’aspirante sport in quanto c’era una mancanza di partecipazione dei paesi nordici e il costo è risultato elevato a causa della nuova tecnologia per il nuovo sistema di risultati (Sport-Ident).Nel 2005, il comitato olimpico internazionale ha affermato che lo sci orienteering era allo studio per l’inclusione nel programma olimpico ai XXII Giochi olimpici invernali del 2014 in Russia. Il 28 novembre 2006 il CIO ha deciso non includere alcuni nuovi sport fra cui lo sci orienteering, “The EB decided not to include Ski Orienteering […] in 2014 Olympic Winter Games.” La commissione esecutiva del comitato olimpico decide di non includere lo sci orienteering […] nei Giochi Olimpici invernali del 2014.


Fonte: Wikipedia

 


 

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